Il Commissario Bordelli by Vichi Marco

Il Commissario Bordelli by Vichi Marco

autore:Vichi Marco [Marco, Vichi]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2011-04-13T22:00:00+00:00


* * *

Partirono la mattina presto per evitare il caldo, i finestrini completamente aperti. Bordelli era in maniche di camicia, guidava con una mano e si godeva l'aria che gli arrivava addosso. Sentiva ancora nel naso l'odore nauseante della grappa di Dante. Non si era fatto la barba, e ogni tanto si passava la mano sulla faccia ruvida. Chissà dov'era Rodrigo a quell'ora. Forse stava camminando nudo per casa declamando Byron alla sua donna, nuda anche lei, la stanza piena di fumo, ubriachi e felici dopo una notte di sesso. Be', quel cugino antipatico gli stava diventando davvero molto simpatico. Piras si era messo in borghese e aveva l'aria di uno studente povero. Sembrava pensieroso. Il commissario si voltò verso di lui, alzò la voce per farsi sentire sopra il ringhio tedesco.

«Hai cugini, Piras?» disse.

«Ne ho a dozzine.»

«Vai d'accordo con tutti?»

«Mica li conosco.»

Restarono un po' in silenzio, ipnotizzati dal rumore del Maggiolino, un bel rombo sordo con dentro una specie di fischio. Poi Piras sospirò.

«Non li interroghiamo, quei Morozzi? Dico interrogarli sul serio» disse.

«Certo Piras, ma non subito. Prima vorrei avere in mano qualcosa di più.» Piras annuì e appoggiò un gomito sul finestrino. Il commissario staccò le mani dal volante, lo tenne fermo con le ginocchia e accese la prima sigaretta della giornata. Il primo tiro lo soffiò via senza aspirarlo, perché sapeva di zolfo.

«E tu cosa pensi, Piras? Sei riuscito a trovare una soluzione all'indovinello?»

«Teoricamente sì, ma mi sfuggono i fatti.»

«Spiegati meglio.»

«È una questione matematica. Lei mi ha dato un problema da risolvere, un'equazione con l'incognita. Sulla carta è tutto facile, il difficile viene dopo, quando si cerca di applicare la teoria alla prassi, mi spiego?»

Bordelli strinse le labbra. «Vai avanti.»

«Mi ci faccia pensare ancora. Prima o poi qualcosa mi verrà in mente.»

Bordelli pensò che Piras non si era spiegato per niente, ma lo lasciò in pace lo stesso.

Arrivarono al mare col sole già alto. Il caldo era molto più sopportabile che in città. Bordelli fermò la macchina sul lungomare.

«Che facciamo?» disse il sardo.

«È un sacco di tempo che non vedo il mare, Piras.»

La spiaggia di Marina di Massa era disseminata di gente, troppa gente. La fuga interminabile delle sedie a sdraio finiva a pochi passi dall'acqua. Era fastidioso quel muoversi continuo di corpi mezzi nudi sopra la sabbia. Sotto la musica gracchiante delle radio si sentiva il pigolio lontano dei bambini che giocavano sulla risacca. Camminando tra gli ombrelloni il commissario cercò di immaginare una spiaggia deserta, fare il bagno nudo e poi sdraiarsi sul bagnasciuga con gli occhi chiusi, ascoltare il rumore del mare senza pensare a niente, sentire il verso dei gabbiani e dimenticarsi di tutto.

Si fermò per aspettare Piras, che era rimasto indietro per levarsi scarpe e calze. Ora avanzava verso Bordelli camminando sulla sabbia rovente, le scarpe nere lucide agganciate alle dita. La sua faccia ossuta brillava al sole come una pentola di rame. Il commissario riprese a camminare verso il mare, e Piras affrettò il passo finché non gli arrivò a fianco.

«Si tolga le scarpe anche lei, commissario, così fa fatica.



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